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Equilibri Sospesi


  • Libreria Hoepli 5 Via Ulrico Hoepli Milano, Lombardia, 20121 Italy (map)

La Libreria Hoepli ospita, dal 9 al 28 aprile 2019, nello spazio espositivo del secondo piano, la mostra personale delle opere pittoriche di Massimo Volonté (Como, 1975) intitolata “Equilibri Sospesi” e dedicata alla città e alle forme urbane dell’architettura.

In mostra sono esposti 19 lavori realizzati tra il 2015 e il 2019 che mostrano una visione onirica e metafisica della città storica che è riportata in volumi semplificati e compatti, un tessuto urbano denso che non dà spazio o rilievo alle modificazioni antropiche ma mostra un aspetto monolitico e senza tempo, riflettendo i colori del cielo, a volte, oppure le percezioni dell’artista. I pensieri che aleggiano nei caldi pomeriggi estivi (Calda Estate, 2018; Paesaggio estivo, 2018) sono fermati in una immagine sospesa così come quelli notturni quando tuttavia il buio non spegne il colore degli elementi architettonici (Paesaggio con luce lunare, 2017; Paesaggio con luna, 2018) che anzi brillano alla luce della luna.

I piani di colore che si muovono nello spazio della memoria e dell’imaginario di Massimo Volonté potrebbero essere piani o quinte di teatro che utilizzano colori caldi e naturali, tuttavia proprio per questa matericità vibrante, danno invece all’osservatore un’impressione pienezza dei volumi, di concretezza degli spazi anche quando sono ritratti solo di scorcio (Berlino, 2017). Il dialogo tra le forme rimane intellegibile per l’osservatore ma non decifrabile, il codice comunicativo realizzato dall’artista parla per misure e proporzioni architettoniche mostrando paesaggi urbani che affacciano a volte su spazi aperti e su ambienti naturali, come se i volumi osservassero questi luoghi esterni in attesa di una risposta.

I luoghi rappresentati comunicano una quiete statica che a volte contrasta con l’impeto dinamico degli elementi naturali (Nuvole sopra la città, 2018; Paesaggio con nuvole, 2018). Il dinamismo che nella città reale si trova in basso all’altezza della scala umana viene elevato nella produzione pittorica dell’artista al livello invece più alto, rappresentato dalle nuvole e dal sole paiono interrogare questi volumi come unici osservatori interni al microcosmo ritratto dal dipinto (Paesaggio con sole rosso, 2015; Paesaggio con sole verde, 2016).

L’immaginario dell’artista mostra questo equilibrio di forme e non di significati, una cultura del costruito dell’architettura del passato che viene spogliato dell’apparato decorativo e funzionale e diventa una complessità di forme presente, atemporale e nostalgica. C’è il silenzio e la nostalgia di una armonia che è sospesa nella densità della materia ma anche dell’aria, c’è un tempo sospeso, un estate calda, sorprendente come le ombre dopo l’aprirsi del cielo carico di nuvole. La forma resta immutata nel tempo mentre il cambiamento avviene solo all’esterno e chi osserva è trascinato in questo spazio della sospensione del giudizio dove l’anima umana è racchiusa nelle fortezze della città e solo il colore può suggerirne l’attitudine.

Nella mostra sono inclusi un trittico e un dittico che rappresentano le opere di più ampia dimensione dell’artista, che utilizza in questo caso uno spazio esteso per rappresentare brani di città, e da opere di minore dimensione in alcuni casi parte di collezioni private. Massimo Volonté è architetto, laureato a pieni voti al Politecnico di Milano e impegnato nella definizione del Retail di Alta moda da 15 anni lavorando tra Milano, Parigi, Firenze e New York. Dipinge solitamente nella sua residenza a Laglio sul lago di Como e nello studio di Firenze. I riferimenti dell’immaginario visivo delle sue opere possono essere ricondotti alle opere architettoniche di Terragni, presente nel quotidiano urbano comasco, a Del Pezzo, Casorati, Sironi, De Chirico e Morandi.

Le opere di Massimo Volonté sembrano citare Ernst H. Gombrich: “Il nostro universo non è mai amorfo; è piuttosto un’architettura, o almeno una struttura, nella quale però le principali linee di forza, sono ancora piegate e forgiate dalle nostre esistenze biologiche e psicologiche, anche se queste esigenze sembrano coperte da uno spesso strato di cultura”1.

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1!Ernst H. Gombrich, A cavallo di una manico di scopa. Saggi di teoria dell’arte, Torino, Einaudi, 1971.!